I camaleonti della politica


E’ un tempo di grande confusione nella politica nazionale e anche locale perché si fa di tutto per non far capisce bene al Cittadino quali siano le idee ispiratrici di chi ci governa a tutti i livelli. Mi spiego con degli esempi.

Ascolto il discorso del mio Sindaco al 25 aprile e lo sento dire che è la festa della liberazione dal nazifascismo, ma sul manifesto che annunciava il programma per la giornata si parlava di liberazione “da tutte le dittature” (molte amministrazioni di centro-destra hanno usato la stessa definizione e non mi pare una casualità). Sono anni che si ripete lo stesso equivoco con la stessa doppia faccia e questo non può che far pensare male. Pubblicamente si dice una cosa, ma se ne pensa un’altra.

Nello stesso discorso il mio Sindaco dice che il frutto della liberazione è stata la Costituzione. Bene. Ma sa cosa sta proponendo il suo partito Fratelli d’Italia con la riforma costituzionale? Lo dico in parole povere: lo stravolgimento completo della Costituzione con l’introduzione dell’elezione diretta del Primo Ministro, l’introduzione del premio di maggioranza (che ricorda quella Legge che fu definita “Truffa” del 1953 che per fortuna fu bocciata alle elezioni) , la riduzione del Presidente della Repubblica a un compito meramente di rappresentanza. Anche qui qualcosa non torna: le parole spese in piazza sono una cosa i fatti un’altra. D’altra parte cosa si può pensare di un partito che non ha mai nascosto la sua contrarietà alla carta costituzionale del 1947 e i cui nipotini 75 anni dopo hanno giurato sulla Costituzione quando sono stati incaricati?

Un altro esempio che prosegue su questo modo “camaleontico” di fare politica è sulla questione sanità che mi sta molto a cuore. Sentiamo dire dal Governo che non ci sono tagli alla spesa sanitaria, d’altra parte la volontà sembra quella di non confermare l’aumento di investimenti nella sanità a cui il Covid aveva obbligato l’Italia. Le promesse fatte durante la pandemia a partire dal rafforzamento dei servizi sanitari territoriali sono andate già in fumo. Ma non solo: la spesa sanitaria rispetto al PIL diminuirà nei prossimi anni e questo è un dato di fatto. Il risultato lo vediamo tutti i giorni quando ci rechiamo negli ospedali con le carenze croniche di personale, le liste di attesa infinite, le profonde disparità territoriali che saranno aggravate dalla riforma sull’autonomia differenziata di Roberto Calderoli. Naturalmente non sentirete mai un nostro ministro parlare di tagli alla sanità. Dire una cosa e farne un’altra sembra la prassi,

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